Questo quadro, che ritrae una donna provocante,sconosciuta, presumibilmente di teatro, che si specchia all’interno del suo camerino, mentre con la mano sinistra trattiene un colombo bianco e con la destra si strapazza una ciocca di capelli (di quel biondo indefinibile che molti chiamano ‘tizianesco’) vuole rappresentare, da un lato, l’esaltazione della bellezza mondo femminile, dall’altra, il carattere ambiguo e vanitoso della stessa. La conferma è lì davanti a lei, nel mistero della sua seducente immagine riflessa,nel colombo che gli sfugge dalle sue mani. Il colombo infatti rappresenta l’ ambiguità, da un lato e sinonimo di candore, dolcezza e concordia, dall’altro invece di lascivia, come dire, l’apparenza può ingannare. L'armonia dei colori e la composizione tendono poi ad esaltare la bellezza del soggetto, accentuando la valenza sensuale: le donne di teatro portavano i capelli sciolti soltanto nell'intimità domestica, e ciò conferisce al dipinto un carattere erotico che prevale sugli altri riferimenti al tema della vanità.
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