Su di me
Parlare dell’autodidattismo dell’artista poliedrico Acc.Velardiniellano honoris causa Frattese doc Poeta-pittore-scultore-ceramista-cantautore Antonio Cariola,è come paragonarlo per certi aspetti a quanti si ritrovan in lui,per aver ascoltato dignitosamente solo ad una sola disciplina:la via della strada e di aver conosciuto una sola formazione:la educazione alla vita,i cui patrii lidi si ebbero l’8-X-’976 sito in via Rossi 110 reperibile al 3343570682,noto per essere stato famoso edile,senza vergogna di dirlo Velardiniellanamente”muratore”,che poi in fortunandosi a 3 costole,è impossibilitato a far lavori “pesanti”ma non si abbatte-piega-ai sacrifici esistenziali,anzi con dignitoso coraggio si solleva sempre per ringraziar Dio che è ancor vivo,dopo quel triste episodio che ha non poso segnato la sua crescita esponenziale,per dirloa con Giuseppe Zolfino.
E Teresa D’Amico lo tenne a battesimo con le sue poesie orali,quasi scaturite dal suo “peregrinar”quotidiano di fronte alle incombenze socioistituzionali,che lo vogliono crescere in quella sua terra di”eroico furore”come di grandi talenti in arti culture sport e spettacolo,cui proprio da lui si aspettano sempre cose belle e produttive che “fan cassetta”,non tanto per i guadagni sicuri,quanto invece per la sua voglia di”crescere-emanciparsi-acquisire nuovi confronti di idee”;eccone alcune tra le più toccanti poesie,che nascono dal suo Io cosciente,dalla sua anima erompente,dal suo cuore convincente,dal suo amore suadente:A TERRA MIA FRATTESE
Città rò’902,benedettina rò’97 e d’arte rò 2008:distaccata rò tribunal’e Napole fin’o 2013. Cunfina cu Arzane,Casorie,Cardite,Crispane,Grume,Frattaminor e a casertana sant’Arpine. Ce faje sentì Frattese e san Sossie rò Vintitrè settembre,simm’e l’ager campanus Felix,rè regie lagne Liburia,ré benedettin rò àvute mediueve.Tra e staerpaglie ritte fracte e ré culonie agrarie,rà fracta atella carulingia e l’ottave secule,e munastica abbaziale e san Sossie.Comme se reportano e fascicule archiviarie rò nono-undiciesime secule,curialesche atellane,beneventane,napulitane,aversane,capuane tra cuntratt’agrarie e scagne munasteriale.Sempe benerettine rà e lungubarde comm’e san Vicienz’o Voltuerne e Muntecassine, sin e napulitane e san Severin’e Sossie e basiliane,cumm’e aversane san Lorenzo e Biage.O primm’atte è Fracta rò nove settembre 923,addò a mità tredicesime secule e culone migrante atellan’e misene rettono vita a nuova sede Frattula o Fracta piczula,attuale Frattaminor,diversa rà a vecchia Fracta major o Frattamaggiur,rò diploma regio rò 1310 e l’angiuine Carlo,figlie rò noto Ruberto:Ecco je so urgugliuse e me sentì nu veru Frattese,ca a rate tanto lustre a gente nat’a niente comm’a mè,ma ca ce sentimme e vollere o sanghe rint’e vene pe dicere :ma sanghe rà marine,almen simme coccurune.
Di questa grande poesia ci rimangono commenti autorevoli come:Paolo Lizzi alias Paolo Teresa:poesia forte evibrante dell’onestà agreste di chi ancor è fiero di questa città di natali atavici;Scaramella Antonio Artisan Amoueil vuol paragonare oggi il miglior Frattese tra i tanti esistenti in Antonio;Francesco Festa addirittura fa evincere l’alto valore storico araldico stemmatico sfreagistico che questa poesia pone in luce ed in nuce.
VOGLIO ESSERE VIVO PER FRATTA CHE NON DEVE MORIRE
Voglio che in tutto questo livore politicositituzionalesindacale centrale non si colpisca la mia Fratta,che la difendo a spada tratta,della fractione atellana del 923,da archiviari napoletani monasteriali di s.Sebastiano,come ci riporta il fedeleLorenzo giustiniani nel Ditionario regni neapolitani del’797.Nota nell’820 dai regii Neapolitani Archivii Monumenta,disboscata già avanti Cristo da reduci Atellani,vandalizzata nel455,ripopolata poi da profughi di s.Arpino,col clastidium dell’850da profughi Miseni da razzìe saracene,coltivano la canapa pregata nel tempietto al loro s.Sossio.Ecco l’emersione della mia cittadella d’una volta,fiera di risorgere sempre dall’onta del dolore e sangue,ma lei pacifica e sempre gloriosa,vuole sopravvivere,come da riporto fasciculare normanno angioino del 12-14 secolo,di residui marinareschi nel contesto rurale di ex boscaioli da ratio decimarum,devoti al patrono misenate nell’ecclesia a lui votata major nel periodo già normanno del 12°secolo.Ecco che la storia si fa irruente-passionale-viva-coerente al bisogno di pace,dal 1030al’266 nella pars major normanna,e angioina fin al’442dai cannabarj fractesi,per poi nello spagnolo aragonese fin al’507di fiorente centro mercantilizio signorile,e nel’493 sede della gran corte della Vicarìa ricordata dal nostro vate del’500 e cantastorie cantautore posteggiatore ambulante del sec XVI Velardiniello,fino al’630 feudo baronale di Sangro:in me s’avverte tutto ciò come riscatto e voglia di crescere.Splendida nel periodo borbonico,con portali in travertino e piperno scolpito,tra macheroni barocchi e edicole votive fiera è il mio fiore all’occhiello cittadino,coi patroni s.Sossio Misenate della chiesa risalente all’11 secolo,e s.Giuliana di Nicomedia,cara ai nuovi insediamenti Cumani,quasi gemellandosi con la mia amata costa flegrea,come la romanica basilica pontificia di s.M.d.Angeli:meta dei miei ritiri di coscienza e fede.
Salvatore Zolfino vede in questa poesia una educazione alla patria,pedagogia al focolare domestico,perchè è vivo in lui lo stemma dello statuto comunale,riconosciuto con R.D.5-6-’902reg.C.d.C.23-6-’902 reg.4.fol.12,con stemma di scudo gotico in giallo chiaro simboleggiante prosperità,con le 3 trau o croci di s.Antonio o 3 T rosse in alto evocanti origine greca,simboleggian le 3 colonie:Miseno-Cuma-Atella,mentre in basso v’è il nero cinghiale simboleggiante pruni in terreno incolto detto fracta,il tutto è circondato da quadretti rossoblù a simbolo casale aragonese,del re Ferrante nel Colombiano’492 dove forse il cordame navale proveniva da Fracta major;lo scudo tutto circondato dalla testa bronzea cinghialesca,risale allo splendore longobardo anche se la primigenia è grecizzante,sormontato dalla corona regia impreziosita:ecco che in queste 2 tra le belle poesie si evince come è per la sua musica,pittura,scultura e ceramica,la buona fattura da mani preziose quali la sua impronta simboleggia gli illustri frattesi(pittore Massimo Stanzione ‘585-’656;compositore Francesco Durante ‘686-’755;vesc.Vincenzo Lupoli’737-’800;vesc.mich.Arcang.Lupoli’765-’834;poeta librettista Giulio Genoino’773-’856;beato Modestino di Gesù e maria’802-’854;stor.archeol.Bartolommeo Capasso’815-’900;vesc.Nicola Capasso’886-’968;vesc.Federico Pezzullo’890-’979;M.O.val.milit.Pasquale Janniello’891-’918;polit.Raffaele Pezzullo’896-’957;scr.crit.letter.Enrico Falqui’’901-’974;beato Mario Vergara’910-’974;scr.presbitero Gennaro Auletta’’912-’981;arch.Sirio Giametta’912-2005;attr.Nunzia Fumo’913-’92;cestista e allen.pallac.Galeazzo Dondi’915-2004;arb.calcio Gennaro Marchese’918-’93;batterista Pierino Munari’927-’17;filos.Sossio Giametta’29;eban.intagliat.Raffaele Mazzotta’882-’971;polit.Sossio Pezzullo’929-’12;ciclista Giuseppe Mauso’32;batter.e composit.Franco del Prete’43;reg.sceneg.Giuseppe Rocca’47;polit.Antonio Pezzella’’48-’09;arb.calcio Arcangelo Pezzella’48;arciv.Nun.apost.Alessandro d’Errico’50;sindacal.Federico del Prete’57-’02;calciat.allen.dirg.sport.Marco de Simone’63;atl.getta del peso,oro paralimpico Assunta legnante’78;scr.di padre frattese Roberto Saviano’79;calc.n.NA Francesco Lodi’84;calc.n.NA Lorenzo Insigne’91;calc.n.NA Roberto Insigne’94;cant.Cug.d.Montagna Erminio Spampanati’49-’17).
My message
My message is remebering Always Fratta,where I staied in many churches that have been my existence:Musem sansossianum sacral art;Civic library with 13476 monographies,47 papers,120 periodical,4 manuscripts,3 editions of’600,117 of’700,1006 of’800.Ma ciò che mi inorgoglisce è la basilica di s.Sossio Levita e martire del 10 secolo,in gotico napoletano coi resti di s.Severino e sossio e campanile del’546;in confronto allaalla s.M.d.grazie e Purgatorio del 15 secolo,sede congregazionale e porte lignee’500entine;rispetto a quella di s.giovanni battista del 15 secolo,gentilzia del’487 di Antonello de lo Priete con tomba centrale.Ma cu a lengua mia amo chell’e ss.Annunziata e Antonio rò 17 secule,dà riestì’e l’acquedotto campane,rà stess’epuca e s.Ingenuino rè conte Genoino,comm ‘é M.Consolatrice degl’Afflitti,dò stessu tiempe,rò cunvent’agustiniane rint’a Paritinula rò 9 secule.ho voluto far voli pindarici in inglese che studiai a scuola,italiano che dovrebb’essere la mia lingua superiuore e il mio amato napulitane ca sempe me truvave a chiagnere pe chisti belli opere immurtale ca m’hanno fatto crià l’arta mia e passione viulenta pe tutt’a vita.
Zolfino Salvatore tiene a precisare che alla sua arte poliedrica specie nei suoi quadri come nella sua scultura e ceramica come anche nella sua MUSICA che rispecchia un po' il suo carattere,voluto da suo fratello,che lo chiamò brasliano,su youtube,si evince anche da momenti di sconforto come di riscatto di fede in altre chiese cittadine come quelle del 19°secolo,dall’Immaco.Concez.(su resti 300eschi dell’Angelo custode, della congr.d.Preti,coro ligneo’28 e presbiterio dell’eban.Mazzotta Raffaele);s.Filippo Neri(dalla divisione congr.d.Carmine e s.Fil.Neri col corpo s.Secondiamo e atti notarili);s.Rocco(della 400esca cappella s.Giuliana);Redentore(‘908, dove spesso si sipirava il ns.Velardiniellano);s.M.Casaluce( su resti bizantini 10_15 sec. con opere èprestigiose ove spesso trovava momenti per prendere spunti per le sue operedevota ai funari);M.s.Assunta in cielo(‘56 ove spesso prendeva spunto l’Autore per le sue opere);Carmine(‘58 su resti del 15°sec. Velardiniellano ove l’Autore è sicuro Accademico honoris causa).
Aldo Zolfino traccia un bilancio sul cursu vitae studiorumque ac honorum del fratesse Acc.Velardiniellano honoris causa Antonio Cariola,dove si rimane attoniti su lle sue parole che imprimono nella mente di chi ascolta tanta vis e tanta forza ‘animo che chiunque vuole averlo almeno per amico.
Zolfino Profgiornaldo dice che è stato un vero e proprio privilegio aver conosciuto il suo talento nei cinsessi caivanesi di Paolo Lizzi,Antonio Scaramella e francesco lizzi e che ha fondato come una scuola accademica spontenea nella sua corrente dell’autodidattuismo alla Velardiniello,come fu già nel 15°secolo del Velardiniello e che spesso detto secolo si ritrova nelle tesimonianze frattesi a vasto raggio e spettro d’immagine.
Zolfino GiornprofAldo vuol concludere questo suo messaggio pedagogico che è come un testamento spirituale dove la sua musica è animosità,la sua poesia è dinamismo perpetuo,la sua sculktura è forza vitale e la sua ceramica è suono lirico di colori e calori,mentre la sua pittura è un ismo Velardiniellano che si traduce in VITA