L’opera recentemente realizzata nel Parco Archeologico di Pompei da Michelangelo Pistoletto (fautore internazionale dell’”arte povera”) mi sembra un ottimo esempio di come l’arte possa tornare al suo ruolo autentico.
Negli ultimi tempi si parla di crisi del valore dell’arte perché, sempre più spesso, essa cattura l’attenzione più per il prezzo delle opere che per i messaggi che trasmette. L’arte è una forma estetica con la capacità di trasmettere emozioni e di suggerire riflessioni sull’ aspetto sociale, cercando di fonderle entrambe. Pistoletto, nel “Terzo Paradiso”, ha cercato di ricreare materialmente questa fusione, simboleggiandola nella creazione di tre cerchi, realizzati con materiali che appartengono al contesto che li circonda. L’obiettivo è rendere l’arte e l’opera d’arte non più astratta o fine a se stessa ma costruita con la realtà che si vorrebbe rappresentare e che riesca a collegare dimensioni apparentemente scollegate, come bene e male, passato e futuro. Al centro di questa missione c’è l’uomo con le sue azioni e la sua capacità creativa, che nel caso di Pompei, fa rivivere il passato nel presente e, attraverso il restauro e la conservazione, lo tutela nel futuro.
L’arte si eleva da semplice rappresentazione estetica ad una funzione civile e sociale, torna ad unire l’artificio alla natura, l’individuo al contesto, la storia al presente, in una sintesi, il terzo cerchio, che diventa opera d’arte.
Ottimo articolo!